Nell’era della serialità e della velocità, il design riscopre le sue radici più profonde: non si tratta solo del prodotto finito, ma del gesto che lo ha generato. Martelli, torni, canne da soffio: strumenti semplici che, nelle mani dei maestri artigiani, diventano il cuore pulsante dell’innovazione. È in questo dialogo costante tra l’abilità umana e la fisicità della materia, che sia marmo, argilla, legno o vetro incandescente, che si cela il segreto dei progetti più significativi. Il risultato di questo processo è, essenzialmente, un atto di memoria. Questa filosofia si traduce in un’architettura profondamente radicata nel luogo, che eleva il benessere umano, psicologico e ambientale, attraverso il recupero della storia e l’artigianato locale.
Il design più influente oggi si misura in profondità: la capacità di radicarsi nel contesto onorando il sapere. Ne è la prova l’architetta franco-libanese Lina Ghotmeh, inclusa nella lista Time100 Next 2025 come tra le più influenti al mondo. Attraverso i suoi ‘scavi’ e l’uso di mattoni prodotti in loco, Ghotmeh incarna l’idea di archeologia del futuro e riscopre il potere della mano.
Dalla sua etica al progetto dell’Aeroporto di Gelephu in Bhutan, fino all’etica del recupero di edifici storici come lo Chalet 1936, l’imperativo del settore è chiaro: creare spazi che non solo durino, ma che respirino il contesto e
la storia dell’uomo. Stessa ricerca di autenticità si riflette nell’ambiente più intimo e funzionale della casa. Il nostro Album raccoglie infatti i segni di un abitare in trasformazione nell’ambito del living e della cucina: collezioni dove i materiali respirano, le linee scorrono con leggerezza e invenzioni silenziose ridisegnano la vita domestica con grazia e misura. Un’evoluzione che si completa nel rito della condivisione, dove il design fa da cornice alle relazioni umane.