A Florentine, quartiere in ascesa di Tel Aviv, lo studio JWA ha realizzato un appartamento stile Bauhaus, mettendo in luce il legno, la pietra e l’artigianato locale
Lo studio di architettura JWA, dell’architetto parigino Jordan Weisberg, realizza la Florentine House, il suo primo progetto a Tel Aviv. L’appartamento è situato per l’appunto a Florentine, un quartiere emergente a sud della città israeliana. Un’area dall’atmosfera hipster, piena di affascinanti caffè bohèmien, gallerie d’arte, bancarelle e bar, che offrono birra artigianale e musica jazz dal vivo; abitata principalmente da artigiani e giovani artisti. La casa riflette lo spirito architettonico del Bauhaus, arrivato negli Anni Trenta dalla scuola di Weimer. Tel Aviv vanta infatti il maggior numero di case Bauhaus al mondo (oltre 4000 mila quelle censite ufficialmente). Costruiti seguendo i principi del razionalismo. Gli edifici Bauhuas sono estremamente funzionali, caratterizzati da linee orizzontali e angoli arrotondati, specie nei balconi; sono privi di ornamenti e di colori, infatti è il bianco a primeggiare (da qui la scelta di ribattezzare Tel Aviv col nome di White City, e di dichiararla nel 2003 Patrimonio Unesco dell’umanità).Florentine House è suddivisa in due piani, ciascuno di 40 mq, e gode di un panorama spettacolare: da una parte è rivolta verso la città del “domani”, quella più moderna, con case e uffici ristrutturati e torri ed edifici altissimi; l’altra, invece, sulla città di “oggi”, quella in cui le case, le botteghe e gli edifici hanno dimensioni più contenute e colori sbiaditi dal tempo.Al primo piano si trovano la cucina, la sala da pranzo, un bagno e il soggiorno. Gli spazi, arredati con tonalità chiare, sono semplici e luminosi. Le vetrate sono ampie, le persiane in bambù; le scale, che collegano il piano inferiore a quello superiore, in pietra e i pavimenti in cemento. Tutto sa di natura, anche l’arredo. Lo studio JWA, infatti, ha voluto utilizzare materiali del posto (pietra, legno, bambù..) e prodotti su misura di artigiani locali. I lampadari a sospensione, caratterizzati da originali ricami di color bianco, le persiane in bambù e i mobili in legno, del soggiorno e della cucina, sono solo alcuni esempi del craft locale. Rimasto quasi fedele alla distribuzione originale dell’appartamento, lo studio ha scelto di aggiungere una seconda portafinestra al primo piano, con lo scopo di dare ulteriore accesso alla grande terrazza di 25 mq, e creare un effetto veranda che estende il pergolato esterno ed elimina ogni tipo di confine tra dentro e fuori.Al secondo piano, infine, troviamo le camere da letto e il secondo bagno. Qui, l’atmosfera è più intima e raccolta, grazie anche all’utilizzo di varie tonalità, che arricchiscono gli spazi lineari e semplici dell’appartamento. Alcuni toni evocano il deserto israeliano del Negev, altri, le facciate del quartiere; alcuni vanno dal giallo al rosso, per poi toccare le tonalità dell’arancio; il viola, invece, si trasforma nel borgogna (una tonalità di rosso scuro); l’incontro del turchese e del verde, infine, dà vita al blu. [Text Carlotta Russo]