La terza edizione della Biennale di Pisa affronta il tema dell’acqua e della sua sostenibilità
“Tempodacqua”: l’acqua come elemento della relazione tra progetto e territorio
Da giovedì 21 novembre a domenica 1° dicembre, presso gli Arsenali Repubblicani e altre sedi sparse per la città di Pisa, dieci giorni di mostre, eventi, e talk, dedicati all’architettura del “Tempodacqua”. Professionisti di respiro internazionale esporranno a Pisa una selezione di cinquanta progetti, sul tema della Biennale di Pisa 2019, “Tempodacqua”, che vede Alfonso Femia come direttore artistico, nominato da LP-Laboratorio Permanente per la Qualità Urbana.
“Pisa, spiega Femia, è una Repubblica Marinara che si è sviluppata sulla laguna, e ha fatto dell’acqua la sua risorsa primaria, sia come via di comunicazione, sia come via per la difesa.” Il rapporto con il territorio, è un elemento primario del progetto, ed è per questo che Alfonso Femia ha identificato nell’acqua e nel suo scorrere il filo conduttore della Biennale di Pisa.
Alfonso Femia ha inoltre annunciato che la Biennale di Pisa sarà l’occasione per attivare un progetto permanente di studio e di ricerca sul tema “Tempodacqua”.
L’acqua e l’architettura sostenibile
“Scegliere il tema intorno a cui costruire una Biennale di architettura, non significa semplicemente selezionare in un ventaglio di alternative ampio quello che è più attuale o più legato alle tendenze e ai dibattiti del momento. È necessario approfondire la responsabilità del progetto nell’immaginare scenari e configurare soluzioni, anziché demandarle alla tecnologia. Solo così l’architettura recupera il suo ruolo, e affronta i problemi del nostro tempo, in primis la sostenibilità”, ha concluso Femia.
Con la Biennale di Pisa 2019 si sviluppa un momento di confronto sul tema dell’architettura sostenibile, con l’acqua come elemento imprescindibile. L’acqua è dunque vista come “atto fondativo di tutto ciò che ci appartiene”. Lo scopo non è solo sensibilizzare e creare consapevolezza sul tema “Tempodacqua”, ma sviluppare idee concrete per contribuire a “cambiare l’immaginario del cambiamento”: nuovi punti prospettici, da vari sguardi differenti. [Text Giuliana Maio]