#Designgoeson: Designdiffusion.com ha parlato con Matteo Moretti, direttore generale di Vistosi, di smart working e di come la crisi cambierà il lavoro
Che misure avete adottato, per superare l’emergenza sanitaria Covid-19?
Nel momento in cui ci siamo trovati a fronteggiare l’emergenza sanitaria, siamo intervenuti su diversi aspetti. Innanzitutto, abbiamo organizzato in smart working tutte le funzioni che si possono eseguire a distanza. In questo modo, il commerciale, il marketing, e anche l’ufficio tecnico, possono continuare a lavorare. La vetreria e l’officina, invece, le aree solamente produttive, sono chiuse per decreto dal 25 marzo. Nel frattempo, però, abbiamo eseguito una sanificazione degli ambienti con trattamenti speciali, e abbiamo cercato di adottare diverse misure per avere tutte le aree sempre più pulite possibile. Le scrivanie sono sempre sgombre, e ospitano solamente computer, tastiera, mouse e la cartellina con i lavori in corso, e i turni in mensa ruotano per non avere assembramenti. Anche nei reparti produttivi, abbiamo organizzato le postazioni per avere le distanze richieste e, in questo modo, offriamo ai nostri dipendenti la possibilità di lavorare in sicurezza.
Leggi anche Home office per lo smart working
Il nuovo lavoro: il lavoro agile
La nuova modalità di lavoro a cui ci ha costretto questa crisi, si sta comunque rivelando molto interessante. Se fino a poco tempo fa molte funzioni erano basate sull’incontro diretto, oggi riusciamo a svolgere diverse cose a distanza, senza che la qualità ne risenta, nemmeno in minima parte. Le riunioni per lo stato di avanzamento dei progetti, per esempio, in modalità conference call, alla fine risultano molto più produttive. Gli attori coinvolti intervengono solo quando è necessaria la loro presenza, e non devono partecipare a riunioni fiume, di cui comunque solo una parte li riguarda direttamente. E così vale anche per i clienti, che non devono impiegare ore per spostamenti, magari non così necessari.
Scopri anche #Designgoeson: come la Cina sta uscendo dal tunnel
Scopri anche #Designgoeson: Roberto Gavazzi e Boffi | De Padova
Personalmente, quindi, penso che da questa crisi alcune consuetudini usciranno completamente cambiate, in modo irreversibile. E, dal mio punto di vista, penso che sia un bene. Ritengo che sarà vantaggioso per le aziende, in quanto potranno contenere i costi, e positivo per l’ambiente, in quanto si ridurranno gli spostamenti delle persone.
Leggi anche #Designgoeson: Filippo Santambrogio, Viva Porte e la Cina
Leggi anche #Designgoeson: Massimiliano Messina e Flou, il design e il Covid-19
La crisi sanitaria inciderà anche sull’export made in Italy?
Questa è una domanda a cui nessuno sa ancora rispondere. Io mi chiedo che domanda ci sarà per i beni di lusso, nel breve e medio termine: quando cominceremo a uscire da quest’emergenza, penso che i prodotti Vistosi, come tutti gli altri beni non necessari, saranno in secondo piano, per parecchio tempo. E anche da questo, deriva la nostra riorganizzazione, per contenere i costi. Tuttavia, allo stato attuale, ci sono alcuni Paesi da cui arrivano ordini, un po’ meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, ma comunque arrivano. Inoltre, abbiamo ordini arrivati negli ultimi mesi del 2019, ancora da evadere, un magazzino ben strutturato. Tutto questo ci fa sperare che, se il fermo produttivo non supera le poche settimane, potremmo riprenderci tutto sommato abbastanza velocemente.
Scopri anche Maurizio Riva: Riva 1920 e la comunicazione come strumento per rinascere
Scopri anche: Nicola Coropulis: Poltrona Frau e il futuro del design made in Italy
La comunicazione cambierà, dopo questa crisi? E come?
I cambiamenti in atto nella comunicazione, sono tanti e alcuni durano già da diversi anni. Forse questa situazione di crisi, con l’impossibilità di muoversi, ci condurrà davvero a ripensare a tutto il sistema che ruota attorno alla comunicazione. Il sistema delle fiere, per esempio, forse dovrà rivedere alcune modalità. Non dico che le fiere spariranno, ovviamente, ma forse saranno ridimensionate, forse si organizzeranno più eventi di dimensioni contenute, anziché eventi enormi, in genere anche molto costosi. La comunicazione on line diventerà un complemento sempre più indispensabile, anche nella gestione della quotidianità. E, per compensare il flusso di conversazioni on line, che sicuramente aumenteranno, penso che le riviste cartacee e i bei cataloghi, al contrario, saranno molto apprezzati, come strumenti di approfondimento. Infine, per concludere, penso che se si ridurranno i viaggi di lavoro, si comincerà a viaggiare di più per piacere e vacanza. E questo potrebbe essere positivo.
Scopri anche Giovanni Del Vecchio, Giorgetti: tutelare la filiera
Scopri anche Alberto Lualdi: la comunicazione on line per il rilancio