Qualche giorno fa è mancato Christian Liaigre, un Maestro dell’interior design che ha lasciato un segno indelebile nei progetto contemporaneo. Ho pensato dunque di fare un racconto dei suoi progetti, senza nessuna pretesa di esaustività; giusto un punto di vista sul lavoro di uno dei più interessanti architetti d’interni degli ultimi 30 anni. Non è facilissimo spiegare perché i suoi progetti fossero così speciali, soprattutto visti dal 2020. Ma se facciamo un passo indietro, e torniamo al 1990, diventa già tutto più chiaro.
L’Hotel Montalembert: un boutique hotel a Parigi
Nel 1988, Christian Liaigre aveva progettato l’Hotel Montalembert, a Parigi. Primo boutique hotel della Rive Gauche, a Parigi, l’Hotel Montalembert è un capitolo importante nelle storia dell’architettura d’interni a cavallo tra il 1980 e il 1990. Nonostante gli spazi pubblici non fossero la parte più importante della sua attività (o forse proprio per quello), è proprio negli hotel che Liaigre ha lasciato un segno importante.
Cos’avevano dunque di speciale, gli interni dell’Hotel Montalembert? Semplicemente, ridefinivano una nuova idea di essenzialità nel progetto. Dopotutto, arrivavamo dagli anni Ottanta, esuberanti e colorati nella moda, e in un certo senso anche nell’architettura d’interni. Forse non così colorati – Memphis a parte – ma non con quell’idea di sobrietà sofisticata che trasmettevano i progetti di Christian Liaigre.
Già dal progetto dell’Hotel Montalembert, infatti, emergeva la capacità di unire diverse fonti di ispirazione, e trasformarle in uno stile immediatamente riconoscibile. Alla fine degli anni Ottanta, non erano ancora così diffusi né i boutique hotel, né gli hotel con progetti di arredo “domestico”. Inoltre, il risultato complessivo era un’estrema semplicità delle forme, che lasciavano ai materiali il compito di definire le superfici. (Oggi l’Hotel Montalembert non è più come nel progetto del 1990, ha già subito altri interventi, qualcuno a cura dello stesso Liaigre).
Christian Liaigre traeva la sua ispirazione dalla tradizione dell’artigianato francese, ebanisti e forgiatori di metalli preziosi. Piuttosto lontani dal minimalismo concettuale di altri architetti degli anni Novanta, gli spazi di Liaigre non erano né vuoti né bianchi. Al contrario, la ricerca approfondita dei materiali consentiva di creare ambienti diversi ogni volta, aderenti alle diverse filosofie che dovevano esprimere.
Il Mercer Hotel: la casa lontano da casa
Così fu anche per il Mercer Hotel di New York, l’hotel che ha dato la fama ad André Balazs, (che ha rilanciato il Chateau Marmont a Los Angeles, e lanciato The Standard Hotel, in diverse città), e che ha costituito un punto di svolta per l’hotellerie internazionale. E che, anche grazie al progetto di Christian Liaigre, è diventato un’icona internazionale. Di nuovo, bisogna pensare che il Mercer aveva aperto nella seconda metà degli anni Novanta. Prima di allora, non c’era ancora il culto dell’hotel come oggi. E non c’era questo modello di hotel, costoso ed esclusivo, ma con stanze di dimensioni contenute, in un cast iron building a SoHo. A tutto questo, Liaigre aveva aggiunto la leggerezza di arredi e finiture dai colori e materiali naturali, intonaci neutri, e legni di vari colori, a seconda degli ambienti.
In tempi più recenti, Liaigre è tornato ad arredare hotel a New York, prima con l’hotel Edition, e poi con il Public Hotel, della famiglia di Ian Schrager (Royalton, Paramount, Gramercy Park, tra gli altri).
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Nel frattempo, Christian Liaigre ha progettato innumerevoli residenze private. Tra queste, un grande appartamento per Rupert Murdoch, che decise di avere un appartamento “come il Mercer Hotel” (nelle parole di Liaigre). In realtà, l’appartamento era ovviamente molto grande, ma è vero che c’era qualcosa dello spirito del Mercer, che non era lo spirito del Mercer, ma il progetto di Liaigre, capace di interpretare gli spazi a seconda del committente e del luogo.
Così, i suoi interni sono sempre diversi, a seconda della personalità dei clienti, e della collocazione geografica. Perché gli Hamptons sono gli Hamptons, New York è New York, Parigi è Parigi, e così via. E in comune, tutti i suoi progetti avevano una semplicità curata nei minimi dettagli, una ricerca materica che spaziava dai legni locali al bronzo, ai marmi pregiati, una palette cromatica declinata in infinite tonalità di colori neutri.
Christian Liaigre: il lusso della semplicità
Semplicità ed essenzialità dei progetti di Liaigre non sono comunque minimalisti. In realtà, la sua potrebbe essere definita, forse, “essenzialità”. Un’essenzialità costruita a partire dalla tradizione francese della decorazione d’interni, reinterpretata con segni contemporanei, contaminati dalla precisione giapponese e dalla luce dei tropici. L’essenzialità in questo modo diventava una nuova versione del lusso, che pian piano si è trasformato in nuovo standard per l’architettura d’interni, negli anni a venire. Sarebbe stato bello vedere Liaigre lavorare tra 10 anni, per vedere l’evoluzione del suo lavoro. Purtroppo, non sarà possibile. [Roberta Mutti]