A Grand-Métis, in Canada, si sta tenendo la 24a edizione dell’International Garden Festival, un evento green all’insegna della sostenibilità che si terrà fino al primo ottobre 2023
L’International Garden Festival è l’evento per eccellenza rivolto ai garden designer di tutto il mondo, che si tiene ogni anno a Grand-Métis, in Canada. La 24a edizione, dal titolo RACINES | ROOTS, comprende 22 giardini, di cui cinque nuovissimi, oltre alle installazioni indipendenti Mer du Vent e Absolues Jardin, realizzati da dodici designer provenienti da Quebec, Ontario, Svezia e Germania. Il festival sarà aperto al pubblico fino al primo ottobre 2023.
Parola d’ordine: tornare all’essenziale
Il tema della 24a edizione dell’International Garden Festival invita ad allontanarsi dal progresso tecnologico per tornare all’essenziale, e lo fa integrando nei giardini piante autoctone, materiali locali – riutilizzati o con impatto ambientale limitato –, nonché metodi di costruzione tradizionali combinati con una visione contemporanea che abbraccia sia le comunità regionali che gli ecosistemi.
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I nuovi giardini dell’International Garden Festival 2023
I cinque nuovi giardini selezionati per l’edizione 2023 sono: Le Jardin des quatre colonnes, Maillage, Matière-Matière, Racines de mer e S’Y RETROUVER.
Le Jardin des quatre colonnes è un progetto di Vincent Dumay e Baptiste Wullschleger (Svezia / Francia). Il duo per la sua realizzazione ha utilizzato l’adobe construction, una tecnica che consiste nel compattare il terreno misto a umidità in strati successivi all’interno di un involucro, rendendo visibile ciò che normalmente si nasconde sotto i nostri piedi. I tronchi scanalati, invece, sono stati costruiti utilizzando un involucro tubolare che conferisce loro la forma di colonne doriche.
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Il secondo giardino, intitolato Maillage, è di Friche Atelier, uno studio di architettura del paesaggio e orticoltura canadese.
“L’uso delle piante è al centro dello sviluppo delle nostre civiltà. Che si tratti di nutrimento, protezione, guarigione o abbigliamento, le loro molteplici applicazioni hanno permesso alle popolazioni di sopravvivere e prosperare”. Partendo da questa osservazione Maillage esplora la relazione tra il mondo tessile e quello vegetale.
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Studio Haricot (Canada) firma, invece, il progetto Matière-Matière, simbolo di una relazione tono su tono, trama su trama, colore su colore. I volumi emergono dal sito come estensioni della vegetazione. Tre pareti si piegano, convergono e si proiettano, dilatandosi e contraendosi. Questa struttura di cemento di canapa, depositata nel contesto di un campo di grano e un tappeto di pacciame, offre un parallelo tra le possibili trasformazioni delle fibre vegetali fino alla materializzazione degli spazi proposti.
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Uno sguardo al passato
Racines de mer, di Cassandra Ducharme-Martin e Gabriel Demeule (Canada), propone una riflessione sull’ambiente costruito del futuro in relazione a usanze del passato. Offre al visitatore la possibilità di scoprire il territorio e le abilità tradizionali del Quebec; da un lato, il telaio in legno chiaro, lasciato scoperto, celebra l’eleganza di questo metodo di costruzione onnipresente in Nord America. D’altra parte, il suo tetto di alghe, ispirato a quelli dell’isola di Læsø, sfrutta le ricchezze del fiume San Lorenzo e ne rivela il potenziale dormiente.
“In un clima simile al nostro, sull’isola di Læsø in Danimarca, le donne costruivano i tetti delle loro case con l’aiuto di una pianta marina chiamata eelgrass. Grazie alle proprietà impermeabili e ignifughe di queste piante marine raccolte sulle spiagge, questi tetti hanno resistito alle ingiurie del tempo per più di trecento anni”.
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Infine, S’Y RETROUVER, il giardino di Jinny Yu, Ki Jun Kim e Frédéric Pitre (Germania / Canada), si presenta come un labirinto con vari percorsi possibili e vicoli ciechi destinati a confondere e sfidare chi esplora. Allo stesso tempo, la sommità del muro delle trincee, che si trova a livello del suolo, aiuta il visitatore a decifrare il percorso prima di entrare.
Entrare in S’Y RETROUVER significa accedere al primo livello del substrato dell’apparato radicale. I visitatori, infatti, sono invitati a camminare attorno a un reticolo composto da terra e trifoglio bianco, che rappresenta il motivo delle radici di due alberi collegati da micelio fungino.
Il trifoglio bianco, come i coloni più antichi e più recenti, proviene dall’Europa e si è diffuso nel continente nordamericano interagendo con l’ecologia del suolo nativo. S’y retrouver, dunque, non solo invita i visitatori a riflettere sull’apparato radicale ma anche sul postcolonialismo.
La giuria di quest’anno
Il comitato che ha selezionato i cinque nuovi giardini della 24a edizione dell’International Garden Festival è stato composto da David Bonnard, architetto HMONP (ENSAL) e fondatore di HYTT Architecture, Lione, Francia; Stéphanie Henry, architetto paesaggista AAPQ-CSLA e co-fondatrice di Castor et Pollux – Agence de paysage et design urbain, Montreal; François Côté, Senior Partner di Norton Rose Fulbright Canada e membro del Consiglio di Amministrazione del Festival; Alexander Reford, Direttore dei Jardins de Métis / Reford Gardens; Ève De Garie-Lamanque, Direttrice Artistica del Festival Internazionale dei Giardini; e François Leblanc, coordinatore tecnico del Festival.