Graphic Japan: da Hokusai al Manga, un viaggio visivo nella cultura nipponica

A Bologna la prima grande mostra in Italia dedicata alla grafica giapponese, dal periodo Edo alla contemporaneità, al Museo Civico Archeologico fino al 6 aprile 2026

Graphic Japan. Da Hokusai al Manga porta per la prima volta in Italia un’ampia ricognizione sulla grafica giapponese. La mostra mette in scena un percorso che attraversa oltre quattro secoli, dal periodo Edo fino ai linguaggi visivi contemporanei, rivelando l’evoluzione di segno, immagine e comunicazione visiva in Giappone.

Il progetto nasce da un’idea di MondoMostre e prende forma in collaborazione con il Museo Civico Archeologico – Settore Musei Civici Bologna, con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna, del Consolato Generale del Giappone di Milano e della Fondazione Italia Giappone.

Graphic Japan

Un ponte culturale tra Giappone e Italia

Graphic Japan si inserisce nel solco dei rapporti culturali tra Italia e Giappone approfonditi nel contesto di Expo Osaka 2025, di cui Rossella Menegazzo ha ricoperto il ruolo di Responsabile Cultura per la partecipazione italiana. La mostra diventa una prosecuzione simbolica in territorio italiano, estendendo a Bologna il focus sulla cultura visiva nipponica.

La curatela di Rossella Menegazzo con Eleonora Lanza nasce da un’indagine critica sulle ragioni del successo globale della grafica giapponese, caratterizzata da un legame inscindibile tra segno e disegno, dalle stampe ukiyoe fino al manga e ai poster contemporanei.

Dall’ukiyoe alla grafica moderna

Per comprendere la grafica giapponese contemporanea risulta centrale il ruolo delle stampe ukiyoe, le “immagini del Mondo Fluttuante”. Tra XVII e XIX secolo, artisti come Hokusai e Hiroshige definiscono una nuova visione estetica legata alla natura, alla vita quotidiana e alla rappresentazione del paesaggio.

Le immagini di Utamaro, Sharaku e Kunisada concentrano l’attenzione sulla figura umana e sul teatro kabuki, creando un immaginario che attraversa i secoli e influenza il cinema e l’illustrazione moderna.

Con l’avvento dell’era Meiji, la grafica giapponese accoglie poi modelli europei aprendosi all’industria e alla comunicazione. L’illustratore diventa designer: lo zuanka, figura chiave della modernità nipponica.

Il Novecento e la nascita del graphic design giapponese

Nel XX secolo si afferma la grafica moderna grazie a maestri come Kamekura Yūsaku, considerato il padre del graphic design giapponese. Accanto a lui emergono figure come Tanaka Ikkō, Yokoo Tadanori, Nagai Kazumasa e Matsunaga Shin, capaci di fondere tradizione e avanguardia.

L’influenza della fotografia e, successivamente, del computer introducono nuove possibilità tecniche. I manifesti e le composizioni grafiche esplorano rilievi, sovrapposizioni, opacità e astrazione, pur mantenendo un legame profondo con l’eredità culturale del Paese.

Le quattro sezioni di Graphic Japan

Il percorso espositivo si articola in quattro sezioni tematiche, con oltre 250 opere tra silografie, libri, manifesti, katagami e oggetti d’alto artigianato:

Motivi di Natura

La natura domina la scena con simboli ricorrenti: onde, bambù, ciliegi, gru, insetti e stagioni diventano forme sintetiche, ripetibili e fortemente evocative. Dal mondo ukiyoe alle arti applicate, come kimono, ceramiche e tessuti.

Volti e Maschere

Protagonisti i ritratti di attori e figure iconiche, accanto ai manifesti teatrali e cinematografici di Tanaka e Yokoo. Questa sezione rivela le connessioni tra grafica, teatro kabuki e cinema giapponese, da Ozu a Kurosawa fino all’animazione di Miyazaki.

Calligrafia e Tipografia

Il segno diventa struttura. Il gesto calligrafico si trasforma in griglia compositiva e fondamento della grafica moderna, con una continuità visiva che arriva fino alle pagine dei manga, dove parola e immagine convivono in equilibrio.

Giapponismo contemporaneo

Manga, anime, moda e pubblicità raccontano la diffusione globale dei codici visivi giapponesi. La mostra mette in evidenza anche l’influenza sulla grafica italiana del primo Novecento, in particolare su Metlicovitz e Dudovich, in un dialogo culturale tra Oriente e Occidente.

Prestiti, collaborazioni e public program

Le opere della mostra provengono da importanti collezioni italiane e giapponesi, tra cui il Museo d’Arte Orientale “Edoardo Chiossone” di Genova, il Museo d’Arte Orientale di Venezia e fondazioni giapponesi come Dai Nippon Foundation for Cultural Promotion e Adachi Foundation.

Graphic Japan è accompagnata da un programma di incontri ed eventi dedicati a arte, cinema, teatro e musica, grazie anche alla collaborazione con la Fondazione Cineteca di Bologna e altre istituzioni culturali cittadine.

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