Ciao Enrico

Enrico Baleri è stato molto più di un designer: un pensatore instancabile, un artigiano dell’idea, un intellettuale del progetto. Un Amico.

di Marina Jonna

Fondatore della Baleri Italia, ha lasciato un’impronta nella cultura del design italiano, con oggetti che sanno parlare, ancora oggi, il linguaggio del tempo. Ma la sua figura si allarga oltre l’imprenditoria: è stato editore, scopritore di talenti, critico appassionato, e sopra ogni cosa, un osservatore curioso e lucido della forma che prende senso. La sua voce raffinata e schietta ha abitato per anni le pagine di DDN, con una rubrica d’autore che era al tempo stesso diario, manifesto e breviario.
Ogni puntata una “perlina”, così le chiamava: piccole gemme tratte dal suo libro, frammenti autobiografici e visioni progettuali, pensieri che attraversavano generazioni di oggetti e architetture, di idee e amicizie. Era un amico di DDN, nel senso più profondo: un complice, un interlocutore, un cuore aperto al dialogo tra etica ed estetica.
Nel numero di maggio, la sua ultima rubrica chiude simbolicamente anche il cerchio del suo libro, dedicandosi alla “non obsolescenza”.
È lì che Baleri firma il suo testamento poetico: quando il design non insegue il tempo, ma lo abbraccia. Quando smette di consumarsi per diventare racconto, radice, valore assoluto. Un oggetto, allora, non è più soltanto utile: è eterno. Come certe parole, certe presenze, certi sguardi.

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