Il padiglione del Giappone a Expo Dubai 2020, un progetto di Yuko Nagayama & Associates
“Where ideas meet” è il tema del Padiglione del Giappone a Expo 2020 Dubai. Il progetto, di Yuko Nagayama & Associates, usa l’architettura per sottolineare le affinità culturali tra Giappone e Medio Oriente. Il reticolo della facciata in 3D, infatti, vuole mettere in evidenza i punti in comune dei modelli tradizionali giapponesi e arabi. Fin dall’antichità, il Giappone ha accolto e reinterpretato concetti e modelli provenienti da tutto il mondo, per creare qualcosa di nuovo e unicamente giapponese. Il progetto architettonico, dunque, si basa su due tipi di connessioni tra il Giappone e il Medio Oriente: una culturale e una tecnologica.
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Tradizione e tecnologia nel padiglione giapponese
La prima connessione, culturale, si esprime con un’originale facciata esterna, dove i tradizionali motivi geometrici mediorientali Arabesque si combinano con quelli giapponesi Asanoha. Il reticolo geometrico 3D che si genera, funziona sia come struttura che come filtro ambientale. Un materiale che riproduce le tradizionali forme origami ha una doppia funzione. Da un lato si presta con facilità a riprodurre le forme dei pacchi regalo origata; dall’altro, protegge il padiglione dalla luce diretta dei raggi solari.
Anche per il raffrescamento del padiglione lo studio Yuko Nagayama ha applicato tecnologie attuali a concetti tradizionali. Una vasca d’acqua antistante l’ingresso rinfresca l’area circostante e riflette la facciata, in uno specchio tridimensionale; l’architetto ha applicato tecnologie della tradizione mediorientale applicate a un edificio contemporaneo. Il progetto ha usato sistemi naturali, provenienti dalla tradizione araba e giapponese, anche per il raffreddamento delle aree interne del padiglione. [Txt: Arianna Callocchia]
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