In un libro 60 anni di progetti di Massimo e Lella Vignelli, coppia che ha rivoluzionato la comunicazione grafica moderna, a partire dalla famosa mappa della metro di NYC

Come omaggio alla coppia simbolo del design del Novecento, Massimo e Lella Vignelli, inventori della grafica che ha cambiato il mondo della comunicazione, è uscito da poco il volume ‘design: Vignelli 1954-2014’, scritto da Beatriz Cifuentes-Caballero (Mondadori Electa).

Il libro, scritto con Massimo Vignelli stesso negli ultimi suoi anni, fa il punto su quello che il duo di progettisti ha lasciato in 60 anni di carriera al mondo del design e della grafica in particolare, campo di sperimentazione in cui il loro segno è stato davvero indelebile. A New York, a partire dal 1954, quando sono fuggiti dal provincialismo italiano, ma anche prima, a Milano e a Chicago, dove già avevano raggiunto fama e consensi.

“Io vedo il graphic design come un’organizzazione di informazioni semanticamente corretta, sintatticamente coerente e programmaticamente comprensibile. Mi piace che sia visivamente potente, intellettualmente elegante, e soprattutto, che duri nel tempo”, diceva Massimo Vignelli, i cui lavori sono, effettivamente, impossibili da datare. A partire da quello che è diventato un’icona per intere generazioni, ovvero il programma di segnaletica della metropolitana di New York realizzato come studio Unimark International, utilizzato per identificare linee e stazioni e per comunicare informazioni e direzioni, che rompe con la tradizione perché fornisce segnali progettati per essere prefabbricati e montati come caratteri mobili che formano frasi. A cui seguirà la nuova mappa il cui tracciato era organizzato con angoli di 45 e 90 gradi su una griglia in cui le linee, caratterizzate da un colore, seguivano la struttura di base.

La necessità per Massimo e Lella di creare un linguaggio che fosse facilmente comprensibile a tutti è evidente nei numerosi progetti di immagine coordinata, dove gli aspetti visuali legati a un maechio avrebbero dovuto essere fortemente identificabili nel mondo economico e sociale in cui operava. Il logo di AmericanAirlines, primo fra tutti, sottolinea la mentalità professionale e senza fronzoli della compagnia, ma anche con l’immagine coordinata di Knoll hanno fissato nuovi criteri grafici adottati dall’industria del mobile in tutto il mondo; o ancora i programmi di immagine coordinata e rebranding per Lancia e Cinzano, per i quali hanno ripristinato il simbolo originale dandogli rilievo e adattandolo al gusto contemporaneo, tanto per citare alcuni esempi.

Il volume non dimentica di analizzare packaging e manifesti, anch’essi testimoni di quel processo di lavoro di Massimo e Lella Vignelli che si basa su una filosofia secondo la quale il design deve possedere un linguaggio proprio e coerente, che possa essere modulato e adattato a ogni aspetto del progetto, e che continuava con i progetti di arredo d’interni, di mobili, stoviglie, vasellame e pezzi in vetro destinati alla tavola. [Text Laura Galimberti]
L’articolo completo è sul numero di gennaio di DDN-Design Diffusion News (n. 245), nella rubrica Design Stories
