Florence Knoll, designer e imprenditrice di grandissimo successo, pioniera del design americano, è mancata nel mese di gennaio 2019, a 101 anni. La sua eredità comprende alcune delle icone più importanti dell’arredamento Midcentury Modern e Space Age, tra cui l’arcinoto tavolo di Eero Saarinen, con le relative sedie Tulip, oltre a una cultura dell’innovazione nell’architettura d’interni.
Florence Knoll e il sogno americano
La storia di Florence Knoll è l’incarnazione del sogno americano, che si trasforma in leggenda nel mondo dell’architettura e design. Nata Florence Schust nel Michigan nel 1917, rimane orfana a 12 anni, e frequenta la scuola femminile Kingswood a Cranbrook. Fortuna vuole che l’architetto finlandese Eliel Saarinen avesse progettato la stessa scuola, e che fosse preside alla Cranbrook Academy of Arts, dove infatti Florence prosegue i suoi studi. Florence Schust viene così “adottata” dalla famiglia Saarinen, e stringe un’amicizia fraterna con Eero Saarinen.
Nel corso degli anni Trenta, Florence fa pratica negli studi di Walter Gropius e Marcel Breuer, e studia con Ludwig Mies Van Der Rohe all’Illinois Institute of Technology.
Alla fine degli anni Trenta, incontra Hans Knoll, immigrato tedesco imprenditore nel settore dei mobili, che diventa suo marito e con cui inizia l’avventura di Knoll Associates.
L’obiettivo di Hans e Florence Knoll (conosciuti come Hans e Shu da tutti gli amici e collaboratori) è di industrializzare l’arredamento, fondendo design, architettura e produzione in serie. Una delle massime preferite di Florence Knoll era “Good design is good business”, sottolineando così l’importanza che il design andava acquistando nell’arredamento, sia residenziale sia contract.
L’architettura d’interni secondo Shu
A Florence Knoll si deve la creazione della Knoll Planning Unit, lo studio interno all’azienda che gestiva i progetti di architettura d’interni, dal concept alla realizzazione completa, finiture comprese. L’interior design negli anni Quaranta e Cinquanta del secolo scorso era ancora tutto da inventare. La Knoll Planning Unit era uno strumento nuovissimo, che consentiva all’architetto di analizzare il progetto considerandone tutti gli aspetti, spaziali, funzionali, emozionali, materiali di finitura, colori, arredi.
Oggi per noi è scontato che il progetto di uno spazio di lavoro o residenziale debba svilupparsi attorno a un concept globale; negli anni Cinquanta del ‘900, questa consapevolezza non era ancora così diffusa e, grazie a Florence Knoll e alle sue intuizioni, la cultura del progetto contemporaneo cominciò a diffondersi ampiamente.
Florence Knoll non fu solo architetto e planner di grande esperienza. Benché il design di prodotto non fosse la sua attività principale, la Lounge Collection, da lei progettata nel 1954 è diventata un’icona del design contemporaneo. Anche se, come diceva lei stessa, “mi servivano per un progetto alcuni prodotti che non c’erano e che nessuno voleva fare, quindi me li sono disegnati da sola.”
Florence Knoll e le icone del design americano
Eero Saarinen disegna per Knoll la poltrona Womb, che entra in produzione nel 1948 ed è ancora in catalogo. Icona del design organico, deriva direttamente dal progetto con cui lo stesso Saarinen e Charles Eames avevano vinto il concorso del MoMA del 1941 e, come tutti i progetti dell’epoca, ha richiesto circa 7 anni per trovare tecniche di manifattura e materiali adeguati.
A cavallo tra il design organico e la ricerca materica, la Diamond Chair, progettata nel 1952 da Harry Bertoia, naturalizzato americano di origine friulana. Un viaggio nelle potenzialità del filo metallico, che si srotola attorno al corpo per costruire una poltrona dalla forma avvolgente. Un prodotto che non avrebbe mai visto la luce, se Florence Knoll non avesse lasciato carta bianca al progettista.
Anche la Tulip Collection di Eero Saarinen è un’altra delle icone per eccellenza della Space Age. Progettata nel 1955/56, nasce dalla richiesta dell’architetto di avere un tavolo e una sedia che fossero “liberi dall’ingombro delle gambe”.
Un altro grande classico Knoll è la poltrona Barcelona, di Ludwig Mies Van Der Rohe, progettata nel 1929 per il padiglione della Germania all’Expo (Esposizione Universale) di Barcellona. La collezione è stata sviluppata per la prima volta per l’arredamento dell’appartamento di Philip Johnson a New York, da Mies Van Der Rohe con Lilly Reich. (La poltrona Barcelona era già in produzione in Germania dagli anni Trenta, e la licenza fu acquisita da Knoll nel 1947).
Appartiene a Knoll anche una delle poltrone da ufficio più note di tutti i tempi, l’Executive Chair di Charles Pollock. Una delle prime poltrone da ufficio executive dall’ergonomia studiata, la Charles Pollock Executive Chair è entrata nel catalogo Knoll nel 1963 ed è tutt’ora in produzione.
Una banda di alluminio continua circonda schienale e sedile, con la funzione strutturale di “legare” scocca, imbottitura e rivestimento, e la funzione visiva di connotare la forma. Sebbene l’autore sia Charles Pollock, è opinione comune che l’occhio di Florence Knoll guidò il progetto fino a creare l’icona che è tutt’oggi.
Una leggenda del design contemporaneo
Nel 1955 Hans Knoll muore improvvisamente e Florence Knoll assume la presidenza dell’azienda fino al 1960; poi lascia per dedicarsi al dipartimento di design, e nel 1965 rinuncia a incarichi fissi a favore di consulenze da esterna, fino a lasciare del tutto.
Florence Knoll è stata una delle più grandi protagoniste della storia del design contemporaneo. La Knoll Planning Unit è stata un’innovazione di prim’ordine per il progetto dell’architettura interni; i prodotti di Eero Saarinen, Harry Bertoia, Charles Pollock e Mies Van Der Rohe sono diventati icone della storia dell’arredamento.
Se ancora non ci bastasse, Florence Knoll ha innovato la cultura dell’esposizione, con i progetti degli showroom Knoll di New York (1951), Milano (1956), Dallas (1956) e Los Angeles (1960), dove la sua capacità di coniugare filosofia aziendale e realtà locali ha avuto modo di esprimersi al meglio.
Infine, nel 2002 Florence Knoll è stata insignita di un importante riconoscimento, con la National Medal of Arts, a testimonianza del suo importantissimo contributo allo sviluppo e all’affermazione del Modernismo negli Stati Uniti. (Roberta Mutti)