Alessandro Mendini, designer, architetto e creativo rivoluzionario. Il nostro saluto ad un rivoluzionario della creatività
Attento osservatore dell’evoluzione sociale, Alessandro Mendini intrecciava storia e psicologia di ogni decennio, seguendo i veloci cambiamenti in atto. Cercava di “dare un’anima” agli oggetti che disegnava, conferendogli forme antropomorfe che li avrebbero introdotti nella tragicommedia della vita.Da sempre cittadino di Milano, dov’era nato il 16 agosto 1931, da piccolo avrebbe voluto fare il cartoonist ma, spinto dalla famiglia, si accostò agli studi ingegneristici. Durante gli studi di architettura al Politecnico, scopre la passione per la letteratura e comincia a scrivere per numerose riviste.Nella ‘villetta’ dei coniugi Boschi Di Stefano, da cui ereditò la splendida casa-museo progettata da Piero Portaluppi negli anni Trenta, Mendini conobbe la pittura di Morandi e Savinio, Tosi, Funi, Sironi, Carrà. Giovane architetto, si rende conto di preferire la tela, il fumetto, il lavoro teorico alla progettazione. Lui stesso affermava di aver avuto, come maestri, il futurismo, De Chirico, Kandinskij, il cubismo cecoslovacco.Alessandro Mendini sarà ricordato anche per gli innumerevoli oggetti disegnati durante la sua lunghissima carriera: famosissimi la poltrona Proust per Alchimia (1978), o il cavatappi della collezione Anna G, uno dei tanti piccoli utensili per la cucina progettati per Alessi. E le collaborazioni con le più prestigiose aziende, tra cui Zanotta, Swatch, Philips, Venini, Bisazza, Cartier.Negli anni Settanta fondò Alchimia, poi partecipò a Memphis, fondò la scuola Global Tools per stimolare la creatività spontanea nell’ideazione di un oggetto di design; nel 1989 con il fratello Francesco diede vita all’Atelier Mendini.Fu protagonista di numerose architetture in tutto il mondo e si interessò di ristrutturazioni urbanistiche a Lugano, Roma, Napoli, Incheon (Corea del Sud, dove realizzò la nuova sede della Triennale di Milano). Tra i numerosissimi riconoscimenti, gli furono conferiti il premio Compasso d’Oro nel 1979 e nel 1981, l’European Prize for Architecture Awards nel 2014, la nomina a Chevalier des Arts et des Lettres in Francia.Alessandro Mendini ci ha lasciati il 18 febbraio 2019.
[text di Giulia Bruno]