La ventesima edizione del Serpentine Pavilion affidata al giapponese Junya Ishigami
La Serpentine Gallery allestisce ogni anno, a Kensington Gardens, Hyde Park, Londra, una struttura architettonica temporanea, il Serpentine Pavilion, progettata ogni volta da un architetto internazionale di chiara fama. Per il 2019, l’architetto selezionato è Junya Ishigami.
Istituito nel 2000, il Serpentine Pavilion nel corso degli anni è stato progettato da Zaha Hadid (la prima in assoluto), Daniel Libeskind, Toyo Ito e Cecil Balmond, Oscar Niemeyer, Alvaro Siza e Edouardo Souto de Mora con Cecil Balmond, Rem Koolhas con Cecil Balmond, Olafur Eliasson & Kjetil Thorsen, Frank Gehry, SANAA, Jean Nouvel, Peter Zumthor, Herzog & De Meuron con Ai Weiwei, Sou Fujimoto, Smiljan Radic, SelgasCano, Bjarke Ingels, Francis Kéré e Frida Escobedo.
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Ishigami è dunque il ventesimo progettista del Serpentine Pavilion, visitabile liberamente dal 21 giugno al 6 ottobre 2019.
Il Pavilion 2019 è ispirato al tetto, forse l’architettura più semplice e diffusa nel mondo.
Il “tetto” di Junya Ishigami è formato da una serie di lastre di ardesia che compongono una copertura, che sembra emergere dal terreno circostante. Lo spazio all’interno è una sorta di grotta, che incoraggia la meditazione; le architetture di Ishigami cercano sempre di riconciliare l’uomo con la natura circostante, attribuendo “caratteristiche umane” agli elementi della natura, come foreste e paesaggi verdeggianti, sempre presenti nei suoi progetti.
La solidità del materiale, contrapposta alla forma fluttuante, crea un contrasto che suggerisce l’idea di un elemento leggero, che può lievitare nel vento.
Il Picnic di Junya Ishigami
Tra i molti progetti di Junya Ishigami, ricordiamo l’installazione per Interieur 2010, progettata con le sedie Family Chairs, di Living Divani. In quell’occasione, gli schienali delle sedie, di varie dimensioni e forme, erano rivestiti di maglia bianca, di varia foggia; berretti per schienali, maglie per sedili, maglie per sedili e schienali, calzini per i piedi. Così “abbigliate”, le sedie erano accostate per formare gruppi familiari – genitori e figli – o gruppi di amici, come in un Picnic, appunto. [Roberta Mutti]