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Norton Museum of Art, un nuovo senso di identità

Lo studio Foster + Partners ha trasformato il Norton Museum of Art di Palm Beach nel cuore sociale di una comunità

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Nella piazza d’ingresso del Norton Museum of Art di Palm Beach, un grande Banyan piantato nel 1941 (anno della prima costruzione del museo), accoglie i visitatori con le sue rigogliose fronde. Da allora sono passati quasi 80 anni, e non è solo l’albero ad essere cresciuto ampliando la sua chioma, ma anche il museo si è trasformato e si è ingrandito, con l’aggiunta di gallerie e di nuove strutture. L’ultima grande trasformazione è a cura dello studio Foster + Partners, che ha riportato il progetto al tessuto originario, che prevedeva una serie di eleganti padiglioni Art Déco intorno a un cortile centrale. Mentre il progetto successivo aveva rotto la simmetria iniziale e spostato l’ingresso principale sul lato dell’edificio.

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Il progetto di rinnovo del Norton Museum of Art

Sir Norman Foster, del gruppo Foster+Partners, racconta che il nuovo progetto punta molto sul rapporto con il paesaggio, grazie a uno studio del verde che mette in risalto anche la collezione di sculture all’aperto, parte rilevante del Norton Art Museum. Tra le tante, attira l’attenzione la macchina da scrivere Eraser, Scale X, di Claes Oldenburg, del 1999, che si riflette in uno specchio d’acqua e rappresenta un’icona che lega il museo all’arte contemporanea.

Scopri qui il Muzeum Susch, un nuovo museo d’arte contemporanea tra le Alpi svizzere, nei pressi di un ex monastero

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Macchina da scrivere Eraser – Scale X di Claes Oldenburg, 1999

Eliminando le estensioni previste dai progetti intermedi, il nuovo masterplan torna al progetto originario. Il nuovo layout prevede una circolazione chiara all’interno della struttura, altezze armoniche tra i corpi dell’edificio e nuovi spazi espositivi ed educativi. Le nuove strutture includono un auditorium, un negozio, un ristorante e uno spazio meeting chiamato Great Hall. Per attirare un pubblico più ampio, il Great Lawn è destinato a proiezioni ed eventi cinematografici all’aperto.

L’ingresso su South Dixie Highway ridefinisce il rapporto tra il museo e la città. Qui l’albero di Banyan accoglie i visitatori ed entra a far parte del museo, integrandosi nel disegno della leggera pensilina metallica, che incontrando la sua chioma si curva. Sotto la copertura, tre nuovi padiglioni a doppia altezza ospitano le gallerie basse, che si armonizzano con l’esistente e con la Nessel Wing, l’ala ampliata nel 2001 (oggi alta tre piani), grazie al rivestimento di facciata in pietra bianca.

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L’arte in dialogo con la natura

Lo studio Foster+Partners approfondisce nel masterplan anche il progetto del verde, per rafforzare il legame tra museo e paesaggio. Grazie al clima mite della Florida il giardino è ricco di piante native e fiori. I percorsi freschi e ombreggiati permettono agli amanti dell’arte di godere della collezione di sculture all’esterno. Camminando sotto i colonnati, i visitatori possono vedere sia le opere all’esterno sia le opere all’interno, grazie alle vetrate presenti in numerose gallerie. [Text Paola Molteni – Foto Nigel Young/Foster + Partners]

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