#Designgoeson: Designdiffusion.com ha parlato con Massimiliano Messina, Presidente di Flou, di emergenza sanitaria, arredamento e Salone del Mobile
Nell’emergenza sanitaria da Covid-19, che colpisce l’Italia in questi giorni, chiediamo alle aziende italiane quali strategie hanno messo in campo per superare la crisi senza subire eccessivi contraccolpi
Massimiliano Messina, Presidente di Flou, a tre settimane dall’inizio dell’emergenza, qual è la situazione nella vostra azienda?
Fino a oggi (13 marzo, ndr), l’azienda sta continuando a produrre. L’Italia, di fatto, è chiusa, quindi non arrivano nuovi ordini, ma abbiamo ancora ordini da evadere all’estero. Nelle ultime settimane, ci siamo progressivamente adeguati alle norme richieste dall’emergenza sanitaria, e la produzione ha funzionato regolarmente. In alcuni settori dell’azienda, nell’area degli uffici, abbiamo usato ferie e permessi speciali, per lasciare a casa i dipendenti. Nelle aree della produzione, abbiamo effettuato tutti gli interventi necessari per assicurare ai dipendenti di lavorare in sicurezza. Grazie a questa organizzazione, per il momento non abbiamo fatto ricorso allo smart working. Una volta terminata la produzione in corso, chiuderemo per il tempo necessario, e aspetteremo di vedere cosa succede. Questo contagio si sta muovendo un po’ a macchia di leopardo, molti Paesi esteri stanno continuando con la loro routine regolare, altri sono quasi completamente fermi, quindi dobbiamo vedere come si sviluppa.
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L’export made in Italy e la crisi sanitaria
Quanto inciderà questa crisi sull’export made in Italy, fondamentale per aziende come Flou?
Penso che sia impossibile da prevedere, al momento. È difficile fare previsioni su un orizzonte temporale di una settimana, nessuno si azzarderebbe a prevedere cosa potrà succedere da qui a tre mesi. I focolai di Covid-19 si stanno spostando nel mondo, ma non seguono una successione regolare. Mentre in Cina le attività stanno riprendendo, e in alcune regioni sono già a pieno ritmo, gli Stati Uniti cominciano le misure di contenimento adesso, e i Paesi europei stanno entrando nella fase più difficile. La speranza è che la crisi continui a diffondersi in modo irregolare, affinché i Paesi non chiudano tutti insieme e si riesca a continuare a lavorare. Ma sono previsioni davvero difficili da fare. La cosa certa è che quest’anno sarà molto difficile, e chissà quando ne usciremo davvero.
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Il Salone del Mobile di Milano
Secondo voi il Salone del Mobile ci sarà, o è irrimediabilmente compromesso, per quest’anno?
Anche qui, non possiamo fare previsioni certe, ma occorre analizzare la situazione con molta serenità, e serietà. Per ipotesi, consideriamo di essere fuori dall’emergenza per maggio, quindi di avere il tempo di preparare il Salone. A quel punto, però, ci saranno Paesi in cui l’emergenza sarà già passata, Paesi in cui non sarà ancora arrivata, e Paesi di cui non sappiamo niente. Dal punto di vista sanitario, ci possiamo davvero permettere un traffico così elevato di persone, a crisi sanitaria appena conclusa?
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Nel caso in cui non si riuscisse a fare il Salone del Mobile, pensa che ci sia modo di sostituirlo con altre attività di comunicazione?
Se per tanti diversi motivi nel 2020 non ci dovesse essere il Salone del Mobile, sarà imperativo investire di più in comunicazione, cercando anche di farsi venire nuove idee. Ma è innegabile che saltare il Salone del Mobile di Milano per un’azienda del nostro settore sia un danno grave. Il Salone del Mobile di Milano è un fiore all’occhiello per il Sistema Italia. Non solo per il momento espositivo in sé, anche per tutto l’indotto che genera. Noi partecipiamo anche al Salone del Mobile a Mosca e a Shanghai, e ovviamente questi sono momenti importanti, ma a Milano c’è sempre la possibilità di intercettare nuovi interlocutori. Quindi, con molto pragmatismo, bisogna prepararsi anche anche alle ipotesi più sgradite, ma l’unica cosa che potrebbe sostituire il Salone del Mobile di Milano 2020, è il Salone del Mobile di Milano 2021. [Txt Roberta Mutti]
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