Santiago Sevillano ha una formazione poliedrica. Proviene da una famiglia di artigiani del settore arredamento, e ha fatto studi in ingegneria e architettura. Il risultato è una grande competenza nel design di prodotto, perfezionata di diversi anni di attività. Oggi, il suo studio di Valencia è attivo in tutti i campi del design, dall’arredamento all’illuminazione, all’arte della tavola. Inoltre, lo studio si occupa di brand design, dai loghi alla grafica, agli allestimenti. Con lui abbiamo parlato dello stato dell’arte nel settore del design di prodotto, e di come l’emergenza sanitaria potrebbe cambiare ulteriormente le nostre abitudini.
Qual è la situazione del design dell’arredamento, in questo periodo?
Siamo sicuramente in un momento di grande evoluzione e cambiamento. L’emergenza sanitaria ha provocato un terremoto nel mondo, e non è facile prevedere cosa succederà. Alcuni cambiamenti erano già in atto, ma adesso c’è stato un vero scossone nei settori della ristorazione e dell’ospitalità, per esempio. Tuttavia, se noi guardiamo a quello che è successo negli ultimi anni, molte cose sono già cambiate, anche nelle nostre case. Oggi avere una buona connessione Wi-Fi in casa è più importante dell’illuminazione. La televisione una volta era il centro del soggiorno e della vita serale, oggi su un tablet abbiamo tutto, e anche la televisione si può guardare sul tablet e sul telefono. Anche la luce di cortesia notturna si può sostituire con la torcia dello smartphone. Questa commistione porta a oggetti che hanno una doppia funzione, come lampade che funzionano anche come ventilatori, o tavolini che servono come appoggi o sedute. Il design deve fare i conti con questi cambiamenti, e adeguarsi, magari anche velocemente.
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Questi cambiamenti influiscono anche sulle dinamiche dello sviluppo dei prodotti?
Ci sono molti fattori che influiscono sui tempi di sviluppo di un prodotto. Tutti gli elementi appena citati, sicuramente hanno un ruolo nella definizione delle dinamiche di progetto, di marketing e di vendita. Ma ci sono anche altri elementi da considerare. Nel segmento mass-market, per esempio, è tutto molto veloce, soprattutto da quando sui mercati internazionali è arrivata la Cina, con una capacità produttiva dirompente e, oggi, anche con una qualità di manifattura ottima. Nella fascia bassa del mercato, non ci sono aziende che investono due anni di lavoro su un prodotto. Il tipico percorso di sviluppo di un prodotto richiede 3 mesi per il progetto, e altri 3 mesi per mettere a punto marketing e commerciale. È abbastanza evidente che, con questi tempi di progetto e sviluppo, è piuttosto raro che un prodotto diventi un best-seller di lungo corso, la velocità di consumo domina questo segmento di mercato.
Nella fascia alta del mercato, invece, si può ancora avere il tempo di fare ricerca. Si fanno ricerche di mercato più ampie e dettagliate, si investe sui materiali, e i risultati sono prodotti più ragionati, sicuramente più costosi, ma soprattutto più duraturi. E proprio la durata diventa il nocciolo della questione: se un prodotto dura poco, costa poco per il portafoglio del cliente, ma tanto per l’ambiente e la collettività. Un prodotto che dura a lungo, invece, ha un prezzo di vendita più alto, ma un costo ambientale inferiore, sul lungo termine. E questo è il cambio di paradigma necessario.
Ripartire dall’ambiente
Bisogna cominciare a considerare l’ambiente come una parte essenziale della fase di progetto. Economia circolare, non è solo un modo di dire, è un approccio al progetto che tutti dovrebbero avere. È necessario iniziare ad avere una visione più ampia, che consideri tutte le implicazioni della produzione di un nuovo oggetto o manufatto. Per esempio: quanta energia serve per la prima produzione, ma anche quanta energia richiede il riciclo. Se serve troppa energia per riciclare, forse è il caso di ripensare il prodotto, perché non è davvero ecologico. Lo smaltimento dei rifiuti è un problema ambientale strettamente connesso al processo ambientale, e quando si progetta, è necessario pensare alla durata di un prodotto. Un prodotto che costa molto ma dura 20 anni, alla fine costa meno. Certo richiede un maggiore investimento iniziale, da parte di tutti. Da parte dell’azienda, che deve investire nella ricerca, e da parte del cliente finale, che deve spendere di più per comprarlo. Ma ora dobbiamo tutti prendere coscienza che rispettare l’ambiente è un processo collettivo, a cui dobbiamo partecipare tutti.
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Che rapporto c’è tra prodotto e comunicazione, in tempi di social network?
L’arrivo dei social network ha sicuramente provocato grandi cambiamenti nella comunicazione, che si riflettono nell’evoluzione del progetto. Si ha la percezione che sia tutto veloce e immediato, dunque anche l’acquirente vede una cosa e la vuole subito. In queste condizioni, è abbastanza difficile trasmettere il messaggio che un buon prodotto abbia bisogno di tempo. Inoltre, è anche possibile che la crisi economica causata dall’emergenza sanitaria ridurrà ulteriormente la capacità di spesa di una fascia di popolazione, dunque ci sarà una maggiore richiesta di prodotti dal prezzo basso. Ma è proprio in questo momento che il design, e i designer, devono intervenire. Come già detto, nel design di un nuovo oggetto sono molte le variabili da considerare, e l’eco-compatibilità è oggi un valore ormai imprescindibile. Del resto, le nuove generazioni sono già più sensibili al tema. Si tratta ora di capire in che direzione ci muoveremo dopo l’emergenza, man mano che torniamo alla vita normale.
Quali sono i prossimi progetti dello Studio Santiago Sevillano?
In questo momento, stiamo lavorando su molti nuovi prodotti, sia di arredamento, indoor e outdoor, sia di illuminazione. Dopo diversi anni in cui ho lavorato molto per il mass market, oggi voglio concentrarmi di più sulla fascia alta, perché mi permette di fare più ricerca. Una delle cose più positive che ci ha portato la diffusione di internet è la possibilità di lavorare nel mondo senza doversi spostare troppo. In questi tempi, in cui spostarsi è complicato, questo è indubbiamente un vantaggio, che ci consente di pianificare i lavori futuri. Per il futuro, si vedrà, nessuno ha la sfera di cristallo per sapere come evolverà la situazione mondiale. [Txt Roberta Mutti]