Raccontare la storia di Sir Terence Conran, mancato il 12 settembre, è un po’ come raccontare la storia dell’Occidente degli ultimi 70 anni, con l’evoluzione dei costumi, e la diffusione del design nella vita di tutti i giorni. La vita di Terence Conran, da un lato rappresenta la parabola della vita di molte persone, nel secondo dopoguerra, dall’altro è il racconto di una persona speciale, che ha dato molto alla cultura del design, mescolando sapientemente attività commerciali e attività culturali.
Nato a Kingston upon Thames, uno dei Royal Borough di Londra, negli anni Trenta, Terence Conran si occupò per tutta la vita di design e di cibo, mescolandoli sia nella creazione di concept store, sia nella gestione di vari ristoranti, sia nella promozione attiva della cultura. Aveva aperto negozi e ristoranti in Gran Bretagna, a New York, in Francia, in Giappone, Corea (e anche in Italia, dove purtroppo Habitat ebbe una vita molto breve – oggi è tornato, ma con un’altra proprietà). Poi scrisse libri, fondò musei, e nel 1983 fu anche insignito del titolo di “Knight Bachelor” (Baronetto).
Nelle immagini un allestimento di Habitat Milano nel 1997, progettato da Ferruccio Laviani (foto courtesy Ferruccio Laviani)
La sua avventura cominciò con un negozio di mobili a Notting Hill, e con un ristorante, ancora nei primi anni Cinquanta. The Conran Design Group, il primo studio integrato di design, risale al 1956. Qui si progettavano mobili e interni, e si ragionava su come venderli. Insieme a questo, Terence Conran cominciò a produrre mobili in kit, e poi, nel 1964, arrivò il primo negozio Habitat, in Fulham Road. Nel 1966, Habitat aprì un secondo negozio in Tottenham Court Road, e nel 1973 il primo Conran Shop prese il posto di Habitat, nel sito di Fulham Road. Ancora oggi, The Conran Shop non si è allontanato di molto: nel 1987, il Conran Shop traslocò nell’edificio Michelin (Bibendum), all’angolo tra Fulham Road e Sloane Avenue, dove si trova ancora oggi.
Tutti questi, non sono indirizzi casuali, anzi, sono quelli che segnarono l’inizio della trasformazione dell’area che, nel tempo, ha portato a quello che oggi viene definito Brompton Cross Quarter. E che oggi, ospita il Brompton Design District, durante il London Design Festival. Perché uno dei meriti di Terence Conran, tra gli altri, era anche di avere un talento per trovare spazi e luoghi da rigenerare.
Accanto ai negozi di design, Terence Conran aveva cominciato a sviluppare la sua passione per il cibo, e a investire a Covent Garden. È del 1971, infatti, l’apertura del ristorante Neal Street Restaurant, con il menu disegnato da David Hockney. Conran fu anche il primo a servire il caffè espresso dalla macchina nei suoi ristoranti, tra le altre cose.
Terence Conran, però, non aveva solo un’anima commerciale, o forse aveva visto le potenzialità commerciali nella cultura, così, nel 1980, con la Conran Foundation aveva cominciato il progetto Boilerhouse, nel seminterrato del Victoria & Albert Museum. In pochi anni, Boilerhouse aveva organizzato mostre su Kenneth Grange, Issey Miyake, e Dieter Rams, oltre a seminari e incontri. Il successo fu tale che nel 1989 l’esperienza si tramutò nella fondazione del Design Museum, in un vecchio magazzino riconvertito. Dal 2016, il Design Museum ha una nuova sede, progettata da OMA, Allies and Morrison, e John Pawson.
Sotto, il Design Museum inaugurato nel 2016, in un edificio progettato da OMA, Allies + Morrison e John Pawson
Sir Terence Conran e l’America
Nel 1999, The Conran Shop sbarcò a New York. Il primo Conran Shop era sulla 59esima strada, sotto il Queensboro Bridge, un padiglione vetrato in una location molto suggestiva, con un lato che guardava l’East River.
Intanto, anche la passione per la ristorazione si espandeva, e cosa c’è di meglio di un buon ristorante in un posto bellissimo? Detto, fatto, ecco il rilancio di Guastavino’s, negli spazi del Queensboro Bridge Market, a fianco del Conran Shop. L’edificio che ospitava il Queensboro Bridge Market e Guastavino’s era una costruzione incredibilmente scenografica, una sorta di cattedrale contemporanea. Guastavino’s non fu l’unico rilancio a cura di Terence Conran. Nel 2003, aveva contribuito anche alla rinascita di Quaglino’s, a Londra. In tempi più recenti, il Bibendum ha raggiunto la Guida Michelin.
Tra negozi, produzione, ristoranti, musei, il contributo di Terence Conran alla diffusione del design nel mondo è stato davvero considerevole. Complice probabilmente l’entusiasmo della ripresa post-bellica, e il conseguente sviluppo economico, nuove abitudini di consumo e nuovi prodotti entravano nelle case dei britannici.
E gli imprenditori illuminati come Conran, erano pronti ad approfittare del momento favorevole per iniziare attività a cavallo tra commercio e cultura. È l’annoso dibattito tra detrattori e sostenitori della “democratizzazione del design”. Certo, forse il design di Habitat non aveva il contenuto di ricerca che caratterizzava progetti più blasonati, ma nondimeno aveva il merito di coinvolgere una fetta senz’altro maggiore di popolazione, grazie a nuovi concept distributivi.
E forse Terence Conran ha avuto anche il merito, piuttosto raro, di coniugare attività commerciali e cultura, offrendo a fasce più ampie di popolazione la possibilità di approfondire la conoscenza del design. [Txt Roberta Mutti]