Uno dei tanti sbocchi del design dell’arredamento, negli ultimi 15 anni, è quello delle edizioni limitate. Prodotti già in catalogo rieditati in versioni speciali in pochi esemplari, o nuovi prodotti progettati da celebrities o personaggi di altri settori. O ancora, nuovi prodotti disegnati da archistar in pochi pezzi: tutte occasioni per coinvolgere un pubblico alternativo all’acquirente abituale di arredamento, con incursioni nell’arte e nella moda.
I social network dedicati alle immagini, fino a qualche anno fa interessati per lo più alla moda, stanno estendendo la loro influenza anche al settore arredo/design, e da qui arrivano personaggi come Virgil Abloh, Millennial di Rockford, Illinois, art director di Louis Vuitton, fondatore del brand di luxury streetwear Off-White, creativo a 360° gradi che nella sua breve vita ha collaborato anche con Vitra, Ikea, e Braun.
Chi è Virgil Abloh
Nato negli Stati Uniti nel 1980, e purtroppo mancato nel 2021 a soli 41 anni, Virgil Abloh era ingegnere e architetto, e in seguito anche stilista, designer e imprenditore. Più che uno stilista, era un imprenditore-creativo, che, dopo aver lavorato con Kanye West, ha aperto un concept store a Chicago – RSVP Gallery -, ha lanciato un proprio brand di moda, Off-White, e, dal 2018, era art director di Louis Vuitton Uomo.
Virgil Abloh, naturalmente, ha 4 milioni e mezzo di follower su Instagram, e aveva disegnato l’abito da sposa di Hailey Bieber. Sembrerebbe quanto di più lontano si possa immaginare da un’icona di stile per un prodotto come quello di Vitra, o democratico come Ikea. Invece pare di no.
La collezione di Prouvé per Vitra, rivisitata
In occasione di DesignMiami Basel 2019, Virgil Abloh ha progettato un allestimento speciale alla Fire Station di Zaha Hadid, al Vitra Campus. Twentythirtyfive, questo il titolo della mostra, cercava di immaginare come potrebbe essere nel 2035 la casa di chi oggi è adolescente. Abloh ha arredato la casa immaginaria con prodotti di Charles e Ray Eames, di Eero Arnio e Jean Prouvé, alcuni originali, altri reinterpretati in una sua versione.
Il designer ha reinterpretato la lampada Petite Potence e la sedia Anthony, di Jean Prouvé, in un’edizione limitata. Di questi pezzi, e e del mattoncino che completava la collezione, sono stati venduti tutti gli esemplari.
Abloh ha sottolineato come quest’allestimento sia stato un’occasione per avvicinare i progetti di Jean Prouvé a un pubblico più giovane, probabilmente spesso digiuno di conoscenze in questo settore. La sua, dunque, potrebbe essere definita una funzione di “messaggero”, qualcuno che trasmetta il valore del design storico alle generazioni più giovani.
La collezione Markerad per Ikea
Accanto a Vitra, azienda nota per il lavoro di ricerca e per avere in portafoglio una serie infinita di icone della storia del design, Virgil Abloh ha sviluppato una collezione in edizione limitata per Ikea. Due collaborazioni estremamente diverse, che si rivolgono a un pubblico altrettanto differente.
La collezione Markerad, l’edizione limitata di Ikea, comprende qualche pezzo di arredamento e diversi accessori e complementi, per un totale di 15 pezzi. Ikea ha organizzato le vendita di questi prodotti, in edizione limitata, per periodi di tempo limitati, in novembre 2019 (ogni Paese ha date diverse). Appare ovvio che l’obiettivo sia raggiungere un pubblico trasversale, che cerca di personalizzare la propria casa, ma senza investirvi una fortuna.
La collezione Markerad di Ikea in edizione limitata è in vendita nei negozi di Milano e Roma, dal 1° novembre, on line dall’11 novembre.
In seguito, Virgil Abloh ha collaborato anche con Braun, rivisitando alcuni prodotti storici. Abloh ha analizzato ed esplorato il design originale dall’interno di Wandanlage, l’impianto stereo del 1961, adattato per la tecnologia moderna.
Con Off-White, il suo brand di moda, invece, ha editato un’edizione limitata della sveglia BC02, progettata da Dieter Rams alla fine degli anni Ottanta.
La domanda che sorge spontanea è: le operazioni, Vitra, Ikea, e Braun, ci sarebbero state, senza i social network? Posto che Virgil Abloh sia prima di tutto un architetto, un designer e uno stilista di moda, quanto ha influito sulla scelta la sua presenza sui social network? (Roberta Mutti)