A Vienna, il nuovo Superbude Wien Prater, un hotel dove domina la fantasia
Dopo il successo del primo Suberbude, inaugurato nel 2006 ad Amburgo, a Vienna ha inaugurato di recente “Superbude Hotel & Hostel & Home Wien Prater”. Una nuova struttura dedicata all’ospitalità che accoglie viaggiatori e artisti, per brevi o lunghi periodi, in un ambiente informale e fantasioso.
Il progetto, molto originale, è a cura di Laura Karasinski (Atelier Karasinski) e Gerd Zehetner (archiguard), con la collaborazione degli studenti dell’Universität für Angewandte Kunst. Gli studenti hanno partecipato alla creazione artistica della struttura, personalizzando le pareti delle stanze.
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Un hotel ispirato al viaggio
Il tema principale di Superbude Wien Prater è quello del viaggio e dell’avventura; l’ispirazione è quella del primo volo in mongolfiera in Austria di Johann Georg Stuwer (1732-1804). Il ristorante NENI, all’ultimo piano del Superbude, offre una vista panoramica della città di Vienna, simile alla vista da una mongolfiera. La lobby, un grande soggiorno arredato in modo originale, è concepita come un luogo per eventi e incontri dove ognuno può sentirsi come a casa.
Le sale riunioni sono polivalenti e possono essere utilizzate anche come sale per conferenze o performance musicali. Le 178 camere, dette anche “Buden”, sono progettate in 17 varianti, ognuna delle quali con uno stile, un design e un tema personalizzato, per adattarsi alle esigenze e stati d’animo degli ospiti, a cui offrono diverse esperienze di soggiorno.
Le camere del Superbude Hotel sono ispirate al Prater di Vienna e riproducono diverse esperienze di viaggio. Campeggi con camper accatastati per piano, letti a castello, case sugli alberi e camere con altri temi, per assecondare diversi gusti.
Proprio come nel primo Superbude di Amburgo, anche in quello di Vienna si è posta molta attenzione al tema della sostenibilità sia per quanto riguarda la scelta degli arredi, principalmente di seconda mano, che dei materiali e dei prodotti, tutti biologici e naturali. Txt: Arianna Callocchia Foto: Jakub Markech