AMDL CIRCLE e Michele De Lucchi firmano il progetto del nuovo Novartis Pavillon a Basilea
Il nuovo Novartis Pavillon, a Basilea, progettato da AMDL CIRCLE e Michele De Lucchi, svolge una funzione di rappresentanza per la casa farmaceutica svizzera. Infatti, è al tempo stesso uno spazio per l’accoglienza dei visitatori del Campus, e un centro d’informazione e istruzione all’avanguardia; gli ambienti sono flessibili e riconfigurabili, disponibili anche per eventi aperti al pubblico.
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Caratteristica principale del Padiglione è la sua facciata innovativa. Una struttura a rete diagonale, posta a 50 cm dalla copertura in metallo, integra pannelli fotovoltaici a doppia faccia, di nuova generazione, e una griglia di luci a LED. Un sistema energetico sostenibile che si autoalimenta, e fornisce un enorme schermo continuo, dinamico e fruibile da ogni angolazione. È una membrana multimediale progettata come un’installazione artistica luminosa, ispirata alle forme e ai colori delle cellule e delle molecole; inoltre, è predisposta con le tecnologie per funzionare come uno strumento per comunicare sia i valori aziendali, sia l’impegno nella divulgazione scientifica.
Un padiglione dedicato all’accoglienza e alla ricerca
La planimetria del nuovo edificio si ispira alla simbologia universale del cerchio, considerato un potente campo di energia psicofisica; la pianta circolare ad anello è articolata su due livelli e un mezzanino. Il piano terra ospita il foyer d’ingresso, un bar, un’area dedicata all’accoglienza dei visitatori e uno spazio informale e flessibile per la didattica, le riunioni; qui si tengono inoltre gli eventi e le presentazioni di pubblicazioni e documenti scientifici o culturali, associati a Novartis.
Al mezzanino, si trova invece un teatro multimediale, con gli spalti a gradoni, che fa da tramite tra il piano terra e quello superiore. Il primo piano, infine, ospita a sua volta uno spazio espositivo progettato come una galleria circolare, fluida, senza pareti o elementi divisori.
Un elemento fondamentale del progetto è la luce, che contribuisce a connotare gli spazi. La luce naturale entra nello spazio al piano terra, che non ha pareti ma una vetrata a 360° gradi, senza interrompere il contatto con l’esterno. La luce artificiale si irradia dalla copertura del piano superiore e, combinandosi con gli effetti luminosi delle video installazioni alle pareti, diffonde nella galleria una luce soffusa, creando un’atmosfera intima e raccolta in un ambiente immersivo e interattivo. L’ambiente che si crea coinvolge il visitatore e lo aiuta a comprendere la scienza, la ricerca e l’evoluzione della conoscenza. [Txt Arianna Callocchia, foto: Rasmus Hjortshøj, Michael Reiner]