Il Premio Città di Oderzo a facchinelli daboit saviane per la scuola di Puos d’Alpago 

Riconoscimento a un’architettura scolastica di qualità combinata a uno spazio pubblico multifunzionale

Lo scorso 1° marzo Palazzo Foscolo a Oderzo è diventato il palcoscenico della diciannovesima cerimonia di premiazione dell’omonimo Premio di Architettura, un concorso che celebra le eccellenze di Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia, e che si è imposto nel tempo come importante vetrina per l’architettura contemporanea.

Facchinelli daboit saviane, un’architettura scolastica di qualità

Primo premio conferito a facchinelli daboit saviane per il progetto della scuola secondaria di primo grado a Puos d’Alpago (BL): un’architettura scolastica di qualità combinata a uno spazio pubblico multifunzionale. Attribuite anche tre menzioni: “Architettura dei luoghi del lavoro” a Pedevilla Architects con l’headquarter di Beton Eisack; “Architetture per la comunità” a Carlana Mezzalira Pentimalli per la scuola di musica di Bressanone, e la menzione “Under 40” a AGA Andreas Gruber Architekten per l’OLM Nature Escape. Menzione speciale della giuria a bricolo falsarella associati per il recupero del borgo abbandonato di Corte Renèe. 

Premio a un trio promettente di architetti classe 1989

Riflettori accesi sulla XIX edizione del Premio Architettura Città di Oderzo, giunto allo zenit con l’attesa cerimonia di premiazione tenutasi a Palazzo Foscolo lo scorso 1° marzo. 118 le opere candidate, 9 quelle segnalate, ma un solo vincitore: lo studio bellunese facchinelli daboit saviane. Un trio promettente di architetti classe 1989 che ha realizzato e primeggiato con il progetto per la scuola secondaria di primo grado di Puos d’Alpago. Un edificio pensato per contrastare il fenomeno dello spopolamento che fornisce una visione plastica del long life learning con una valenza di agorà cittadino. L’uso del cemento prefabbricato a conferirgli grazia ed eleganza, oltre che una forte identità, combinati alla pianta pulita e all’equilibrio delle funzioni, gli sono valsi l’ambito premio.

Le menzioni della giuria

La giuria ha assegnato pure tre menzioni: quella per l’“Architettura dei luoghi del lavoro”, dedicata a Tiziana Prevedello Stefanel, architetta e imprenditrice di Oderzo prematuramente scomparsa nel 2018, ai bolzanini Pedevilla Architects per il Beton Eisack HQ di Chiusa (BZ), un progetto che esalta la versatilità del calcestruzzo, creando un ambiente di lavoro che coniuga la centralità della luce naturale a un’identità aziendale rafforzata in chiave contemporanea. La Menzione “Architetture per la comunità”, dedicata a Francesca Susanna, architetta responsabile dell’Ufficio Beni Culturali della Provincia di Treviso mancata nel 2019, è andata ai trevigiani Carlana Mezzalira Pentimalli per la Scuola di Musica di Bressanone (BZ), un intervento che condensa urbanità e artigianalità e che va oltre la costruzione di un edificio trasformandosi in un vero e proprio brano di città, un punto di relazione e connessione sempre aperto e accessibile. A completare la lista dei premiati, la Menzione U40 conferita allo studio di Bolzano AGA Andreas Gruber Architekten per l’OLM Nature Escape a Campo Tures (BZ), Eco Aparthotel che integra armoniosamente forma, comfort e consapevolezza ecologica, con una forma circolare che richiama elementi naturali creando un linguaggio antico e nuovo. Questo riconoscimento per giovani talenti è nato in ricordo di Marco Gottardi e Gloria Trevisan, deceduti nelle Grenfell Tower di Londra nel 2017, e a premiare sono intervenute le famiglie di entrambi.

In ultimo, la giuria di questa edizione ha voluto conferire una menzione speciale ai veronesi bricolo falsarella associati per l’ex borgo abbandonato Corte Renèe a Oliosi (VR), un intervento che sottolinea l’importanza del recupero del patrimonio esistente attraverso un uso sapiente dei materiali, riuscendo a preservare le memorie storiche e culturali del luogo.

L’innovazione in contesti tradizionali

I quattro progetti meritevoli, invece, della segnalazione della giuria affrontano il tema dell’innovazione in contesti tradizionali: il Rifugio Passo Santner (Tires – BZ) dei bolzanini Senoner Tammerle Architekten, un’opera che rielabora il concetto di rifugio montano, trasformando la tradizionale tenda in una struttura architettonica permeabile e riflettente, capace di rispondere ai rapidi cambiamenti naturali; il Padiglione Triangolare Asilo Nido Girotondo (Cavallino Treporti – VE) dei veneziani Enrico Dusi Studio + IBZ Srl che si distingue per una composizione volumetrica originale, che integra spazi per l’infanzia e una sala civica, trasformando la geometria triangolare in un elemento identitario e funzionale dell’edificio; il progetto del Tabià Santo Stefano (Santo Stefano di Cadore – BL) dello studio vicentino SBSA unisce lo spirito vernacolare delle costruzioni tradizionali con un linguaggio contemporaneo, adattandosi perfettamente al paesaggio dimostrando un rispetto profondo per la memoria storica, reinterpretata in modo poetico e funzionale; infine, il boutique hotel contrappunto – Badhaus  (Bressanone – BZ) dei progettisti di Bressanone bergmeisterwolf, per cui è stato affrontato il tema della città storica e dell’innesto contemporaneo, valorizzando gli spazi interstiziali della città, restituendo vuoti urbani alla collettività e rispondendo alla naturale evoluzione del tessuto di appartenenza.

L’evento, moderato da Carlo Sala, membro del comitato organizzativo del concorso, è culminato con il conferimento dei premi per i progettisti in gara; ogni segnalato ha ricevuto una targa e un attestato, mentre il primo premio e le quattro menzioni sono state inoltre omaggiate di una fotografia opera unica: “Stazione Spaziale Internale nei cieli di Saint Barthelemy” e “ISOAI #4174760” di Mattia Balsamini e tre scatti del progetto fotografico “Tra Cielo e Terra” di Claudio Beorchia. 

Con la cerimonia di premiazione si è concluso un percorso iniziato lo scorso autunno, che ha permesso di raccogliere più di un centinaio di candidature, per la precisione 118 opere, che hanno messo a dura prova la giuria d’eccezione del Premio, presieduta da Lorenza Baroncelli, direttrice del Dipartimento Architettura della Fondazione Maxxi, coadiuvata da quattro illustri esponenti del settore: la direttrice di M9 – Museo del ‘900 Serena Bertolucci, il presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Venezia Mariano Carraro, l’architetta e docente Camilla De Camilli e l’architetta e designer Isabella Genovese. È proprio Lorenza Baroncelli, in collegamento da Roma, a dichiarare: “Desidero sottolineare l’altissimo livello della giuria e dei progetti candidati. Non tutti i concorsi possono vantare una tale qualità, che ha permesso un dialogo e un dibattito davvero proficuo. Nella scelta dei vincitori abbiamo cercato un equilibrio tra le opere destinate alle comunità, quelle per l’imprenditoria, cercando un equilibrio tra province, studi giovani e consolidati e quote femminili, ma più di tutto ha vinto la qualità architettonica e la bellezza. E’ importante evidenziare quanto proprio l’architettura italiana, e lo dimostrano questi lavori, sia di valore e possa affermarsi a livello internazionale. L’auspicio è quindi che questo Premio possa crescere e affermarsi sempre più cercando connessioni con le principali istituzioni del settore. Con grande soddisfazione ha vinto uno studio under 40 dimostrando che la nuova generazione di architetti regge il passo con i progettisti più esperti”.

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