Studio Alchimia

L’Alchimia del Design: come Studio Alchimia ha rivoluzionato la creatività collettiva in Italia

Studio Alchimia e la rivoluzione del design italiano tra ironia, libertà e collaborazione

Studio Alchimia ha riscritto le regole del design con ironia, libertà e un senso profondo di collettività. La mostra all’ADI Design Museum restituisce oggi quell’energia condivisa, fatta di pensieri intrecciati e gesti visionari.

Non nasceva da un tavolo, ma da un caos fertile. Da una stanza dove le idee rimbalzavano, si scontravano, ridevano tra loro. Così prendeva forma Studio Alchimia, Milano, anni Settanta: un gruppo di menti che rifiutava il confine tra arte e design, tra serio e giocoso. Un laboratorio di possibilità, dove la creatività era un fatto collettivo, non un esercizio di firma.

Oggi, quella vibrazione torna viva all’ADI Design Museum con la mostra Alchimia. La rivoluzione del design italiano (11 novembre 2025 – 22 gennaio 2026): più di centocinquanta opere, tra arredi, disegni e fotografie, raccontano un’epoca che non cercava consenso ma libertà. Un modo di fare design che era linguaggio condiviso, visione ironica e profonda, invenzione corale.

Alchimia fu il primo antidoto all’individualismo creativo. Il progetto come gesto politico, la materia come racconto, l’errore come valore. Nessuno cercava la perfezione: si cercava un senso, insieme. Alessandro Guerriero, Mendini, Branzi, Sottsass, De Lucchi – nomi che oggi suonano come monumenti – allora erano un gruppo in movimento, una piccola folla di pensieri in discussione.

Studio Alchimia
Collezione Soli, 1990
Da sinistra: Giorgio Gregori, Adriana Guerriero, Alessandro Mendini, Alessandro Guerriero

Nel percorso espositivo, tutto parla di quella leggerezza densa di pensiero. Dal “tappeto-zattera” di Guerriero, simbolo di attraversamento e rischio, che ospita gli oggetti travestiti da provocazione: lampade come battute, sedie come storie. Ogni pezzo è un’idea che si è fatta corpo, nata da un incontro.

Oggi, che il design spesso si isola dietro lo schermo o la firma, Alchimia ci ricorda l’urgenza del dialogo. Di rimettere al centro la comunità creativa, il piacere di costruire un pensiero condiviso. Perché il design non è solo cosa appare, ma cosa si pensa insieme. E che l’idea diventa contagiosa quando non è solitaria.

Testo di Marina Jonna

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