A Torino, fino al 17 febbraio 2019, la mostra di fotografia ‘Ore 18, l’orario è finito’ di Massimiliano Camellini racconta il mondo scomparso delle manifatture
Nostalgicamente e rigorosamente in bianco&nero, le immagini di Massimiliano Camellini, in mostra nel Bookshop della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (via Modane 20, Torino) fino al 17 febbraio 2019, trasmettono con immediatezza la fine dell’era industriale classica. È straordinario che Camellini abbia scelto non un’archeologia industriale completamente vuota, bensì una fabbrica tessile dove il tempo è rimasto sospeso dal 2007, anno di chiusura dei battenti. Nei dettagli le sue immagini ricostruiscono un ‘ultimo giorno di lavoro’ di routine, che invece ha coinciso con la fine di un’epoca.
Il lavoro fotografico è raccolto anche nel volume “Ore 18, l’orario è finito. Fotografie di Massimiliano Camellini” (in italiano e inglese, Hapax Editore), con importanti testi critici di studiosi di fotografia e storici dell’industria. Il libro viene presentato, durante la mostra, il 31 gennaio alle ore 19, presso l’Auditorium della Fondazione FSRR.
Massimiliano Camellini nato a Venezia nel 1964, fa da sempre fotografia di ricerca. In passato si è dedicato a temi universali quali gli istinti e i sogni dell’uomo; l’ultimo suo lavoro è ‘Al di là delle acque’ (2016). Sue fotografie sono presenti in collezioni e musei in tutto il mondo, compreso il Museo della Storia della Fotografia Fratelli Alinari di Firenze. E dal 2013 è Direttore del Capitolo Italiano della Royal Photographic Society (CIRPS).
Camellini ha realizzato il progetto, esposto a Torino, tra il 2010 e il 2012, all’antico Cotonificio Leumann di Collegno (To) con la cura di Lorand Hegyi. Tra l’altro la storica manifattura si trova al centro del villaggio operaio che l’illuminato industriale Napoleone Leumann fece costruire, tra fine ‘800 e inizio ‘900. La mostra, prima della tappa alla Fondazione torinese, è stata presentata in vari luoghi in Italia, oltre che a Seoul e a Saint Etienne, in Francia.
Come commenta Lorand Hegyi: “ …Massimiliano Camellini ci mostra il passato attraverso l’avvicinamento ai piccoli, quasi invisibili e insignificanti dettagli del presente, che portano in se stessi la totalità del passato. Così nasce la melanconia, la interiorizzazione fatalistica del trascorrere del tempo, …”. [Text Lucia Bocchi – Photo Massimiliano Camellini]