Il festival si svolgerà presso l’ex-Torre Fiat, oggi Torre Marina, un osservatorio privilegiato sulla costa nord toscana
Dal 6 al 13 aprile 2025, Marina di Massa ospiterà “Post-Colonia. Festival di architetture e immaginari in transizione”, un evento interdisciplinare dedicato alla riflessione sull’eredità delle ex colonie del litorale, oggi in gran parte abbandonate. Il festival si svolgerà presso l’ex-Torre Fiat, oggi Torre Marina, un osservatorio privilegiato sulla costa nord toscana, una torre bianca di 16 piani tra le Alpi Apuane e il mare, che diventerà il fulcro di un confronto internazionale su architettura, arte contemporanea, ecologia, innovazione sociale e usi transitori degli spazi.
L’iniziativa nasce dal desiderio di un gruppo di professionisti del mondo dell’arte e della cultura – cresciuti a Massa e attivi altrove – di restituire valore al patrimonio del proprio territorio. Tra i promotori, Francesca Mazzocchi (Presidente di LAMA Impresa Sociale, capofila del progetto) e i direttori artistici Martina Angelotti ed Emanuele Guidi.
Post-Colonia, eventi, mostre , performance, laboratori, visite guidate
Il festival proporrà un palinsesto ricco di eventi, tra mostre, performance, laboratori, visite guidate, passeggiate sonore, incontri e dibattiti, coinvolgendo artisti, architetti, designer, urbanisti, giornalisti e musicisti nazionali ed internazionali. Tra gli ospiti: Céline Condorelli (artista) che oltre a presentare un lavoro appositamente pensato per l’occasione, ha coordinato i giovani studenti dell’Accademia di Karlsruhe in un laboratorio pratico i cui esiti verranno presentati durante le giornate del Festival. Il collettivo di architetti Orizzontale presenta una nuova installazione che celebra il potere trasformativo delle collettività nel ridefinire il significato e la forma degli spazi fisici e di quelli simbolici ad essi collegati.

Gli ospiti del festival
Ad accompagnare con presentazioni, conferenze e performance anche Lina Lapelyte (artista), Gianni Pettena (artista), Cally Spooner (artista), Muna Mussie (artista e performer), Aldo Giannotti (artista), Emilio Distretti (ricercatore, Royal College of Art, Londra ed Ente di Decolonizzazione – Borgo Rizza), Chiara Braucher (ricercatrice e attivista), Massimo Carozzi (artista sonoro), Giulia Cavaliere (critica musicale), Marco Armiero (storico dell’ambiente), Lorenzo Pezzani (ricercatore e fondatore di LIMINAL); Stefano Pivato (storico), e Rosario Talevi (architetta, Floating University Berlino).
L’inaugurazione, domenica 6 aprile, sarà segnata dall’apertura di una mostra di video allestita nelle camere situate lungo la rampa elicoidale che si sviluppa nel corpo della Torre. Il percorso espositivo includerà video storici provenienti dall’Archivio del Cinema Impresa di Ivrea che includono firme di registi come Olmi, Piccioni e Bertolucci, messi in dialogo con opere di artisti contemporanei, come ad esempio Alessandra Ferrini, Beto Shwafaty, Katrin Hornek, che quella storia la interrogano, criticandone i lasciti e mettendone in luce i fallimenti economici, sociali e ambientali.
La mostra e le installazioni saranno visitabili per tutta la durata del festival dalle ore 10 alle 20.
Giovedì 10 aprile ci sarà una giornata dedicata alla città pubblica, alla pianificazione partecipata e agli usi transitori di patrimoni immobiliari dormienti e abbandonati attraverso pratiche di rigenerazione a base culturale e sociale a cura di LAMA Impresa Sociale, con gli interventi di Regione Toscana, Agenzia del Demanio, la cooperativa francese Plateau Urbain e casi studio nazionali e internazionali. Un audio documentario in due puntate, scritto e pensato dallo scrittore Ivan Carozzi, sarà inoltre trasmesso sulle frequenze di Radio 3 grazie alla collaborazione col programma radiofonico Tre Soldi.
L’eredità del paesaggio
Post-Colonia si confronta con l’eredità del paesaggio costruito e naturale del tratto costiero di Marina di Massa, a partire dal lascito fisico e simbolico delle ex-colonie marine. Diretta emanazione del loro corrispondente economico produttivo rappresentato dalle industrie come Motta, Edison, Fiat, le colonie nacquero per ospitare le figlie/i della classe operaia e incentivare quell’idea di benessere sociale e di turismo popolare che per molti anni ha caratterizzato il paesaggio culturale di questa provincia. Un tempo pensate come luoghi di vacanza, cura ed educazione per i figli dell’Italia fascista e dell’industria italiana, queste architetture sono oggi in gran parte abbandonate. Diventate infine icone di un modello di sviluppo fallito e traccia visibile di un ecosistema in decadenza che si rispecchia nell’erosione della costa, nella crisi industriale e nel collasso ambientale delle Apuane.
L’obiettivo del festival è quello di generare nuove immaginazioni attraverso l’arte e le pratiche di innovazione sociale e aprire un dibattito critico per riflettere sul lascito di queste architetture, proponendo nuove narrazioni e scenari di trasformazione. Il festival sarà l’occasione per invitare la comunità a riconoscere i propri luoghi, visitarli e riviverli, con la possibilità di rivederli e ri-immaginarli attraverso nuove lenti. Il ricco palinsesto alternerà esperienze visive a momenti di riflessione collettiva, laboratori pratici a passeggiate, visite guidate e performance, intervallate anche da momenti conviviali con cene e musica. Una “festa” aperta a tutti, con un programma da vedere, ascoltare, gustare e vivere, insieme alla possibilità di soggiornare in Colonia per un’esperienza a tutto tondo.

L’ex Torre Fiat
Il festival abiterà fisicamente lo spazio di una delle poche colonie rimasta attiva, l’ex Torre Fiat, oggi Torre Marina. Costruita su progetto dell’ingegner Vittorio Bonadè Bottino nel 1933, per volontà del senatore Agnelli, fu realizzata nell’ambito del massiccio fenomeno delle colonie di villeggiatura che catalizzò la cultura architettonica degli anni Trenta. La Torre di Massa, costruita in solo 100 giorni, subito dopo l’albergo Duca d’Aosta di Sestriere (1932), opera dello stesso progettista, ne riprese l’analoga forma cilindrica che nel campo delle colonie inaugura la tipologia detta appunto a torre, di cui rimane l’esempio più significativo. La suggestiva architettura interna, concepita come un’unica grande camerata, ha una rampa continua che accompagna ai vari piani con un’andatura a spirale e si chiude con una cupola a lucernario.
Altro luogo coinvolto della zona sarà l’ex-colonia Casa Faci e il tratto costiero che ospita le altre colonie interessate dalla “passeggiata d’autore” guidata da Stefano Pivato, autore del volume “Andar per colonie estive”.

Vincitore della terza edizione del Bando Festival di Architettura promosso e finanziato dal Ministero della Cultura, POST-COLONIA è l’unico progetto selezionato in Toscana tra i dieci riconosciuti a livello nazionale. Partner italiani e internazionali arricchiranno il programma, tra cui il collettivo Orizzontale di Roma, il CIVA – Centro per l’Architettura di Bruxelles, Plateau Urban di Parigi e l’Università di Arti e Design di Karlsruhe. Il festival gode inoltre di numerosi patrocini istituzionali, il contributo di Regione Toscana, la collaborazione di Autolinee Toscane, Radio Rai Tre Soldi, INU (Istituto Nazionale di Urbanistica), l’Associazione Lo Stato dei Luoghi e il dipartimento DIDA dell’Università di Firenze e della collaborazione con numerosi soggetti del territorio.