#Designgoeson: come si continua, dopo l’emergenza sanitaria Covid-19. Abbiamo parlato con Gabi Peretto, architetto, designer e imprenditore che vive a Guangzhou, in Cina, da diversi anni
A che punto è la situazione a Guangzhou?
Il Guangdong, la provincia di Guangzhou, è stata la seconda regione cinese più colpita dal Covid-19, dopo l’Hubei e Wuhan. Mentre a Wuhan hanno bloccato davvero qualsiasi attività per oltre due mesi, qui nel Guangdong la chiusura totale è durata poco meno di un mese, di cui due erano le settimane di vacanza per il Capodanno cinese. In quel mese, erano chiuse scuole, università, uffici e fabbriche, e tutte le attività commerciali, tranne gli alimentari e i beni i prima necessità; i mezzi pubblici invece non si sono mai fermati completamente, avevano un orario ridotto ma funzionavano. Dall’inizio di marzo, a Guangzhou i contagi sono sempre più rari, e le attività stanno ripartendo.
Le aziende hanno riaperto, la settimana scorsa (la settimana prima del 18 marzo, ndr), hanno richiamato i lavoratori fuori sede, e, pur tra molte difficoltà, si sta ricominciando. Le misure di sicurezza obbligatorie, però, sono ancora imponenti. Ogni condominio, e ogni attività produttiva, deve nominare un responsabile della sicurezza, che misura la temperatura a tutti, quando entrano e quando escono. Se si scopre che hai la febbre, non puoi entrare in casa, e arrivano subito gli ausiliari della Sanità, che ti portano in quarantena in isolamento. Bar e ristoranti sono aperti, ma bisogna rispettare le distanze di sicurezza obbligatorie, anche molti negozi e attività come i parrucchieri hanno riaperto, ma lavorano poco, perché la gente ha ancora paura. Sostanzialmente, oltre il 60% delle attività è aperto, i cantieri sono tutti aperti, ma ci vorrà un po’ di tempo per tornare a una vita normale. Non così tanto, comunque. Personalmente, penso che, appena sarà possibile, la Cina spingerà molto affinché si riprendano i consumi al più presto.
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La Cina, il Guangdong e l’arredamento: qual è la situazione attuale?
Ci sono differenze anche importanti, tra aziende e aziende, dipende dal tipo di produzione e dal tipo di filiera e di distribuzione. Io mi occupo di due aziende, una con una mia produzione, la collezione Gabi Peretto Milano, e una con una produzione per conto terzi, per la grande distribuzione. Tra i nostri clienti della grande distribuzione ci sono catene di negozi come Maison du Monde, Coin Casa. Bisogna considerare che per colossi come Maison du Monde, noi stiamo già lavorando alle collezioni per il 2022, quindi non abbiamo registrato grossi fermi produttivi. Abbiamo avuto qualche ordine annullato, ma in linea di massima noi continuiamo a lavorare. Alcuni colleghi, che prima lavoravano solo con i mercati internazionali, come noi, adesso stanno valutando di concentrarsi di più sul mercato cinese, che significa lavorare più con negozi, quindi con quantitativi di prodotti minori, e un altro modello distributivo. Questo significa anche investire molto di più sui negozi on line, e rimodulare la logistica. Chi soffre di più, in questo momento, sono i designer freelance, e gli studi di design indipendenti, non legati a nessuna azienda, cinese o italiana.
Dunque vedete una ripresa, in Cina? E con quali tempi?
Qui in Cina, vediamo che sta ripartendo tutto, anche se per il momento al rallentatore. Ma l’impressione è che partirà un’accelerata veloce in pochissimo tempo, nel giro di un mese o due. In Europa, è davvero difficile prevedere cosa succederà. È possibile che la Cina, e l’Asia, in generale, si avvieranno verso un nuovo grosso boom, che segnerà un grosso avvicinamento tra le economie asiatica e occidentale (se non il sorpasso definitivo dell’Oriente sull’Occidente). Ma bisogna aspettare, e vedere cosa succederà davvero. Tutto sommato non è detto che il boom dell’Asia sul lungo termine non sarà positivo, e che magari rappresenterà uno sbocco fortunato per il made in Italy. Lo vedremo tra qualche mese, per il momento l’Europa ha problemi più impellenti, da risolvere.
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