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Il ritmo frenetico della vita moderna ci spinge a cercare rifugi di pace e tranquillità. Il design, da sempre specchio delle nostre aspirazioni, sta rispondendo a questa esigenza con una nuova sensibilità, ponendo al centro del progetto il benessere dell’individuo.


Dai progetti che riconnettono con la natura, come i moduli sospesi ‘tailor-made’ per ogni albero che li accoglie, alle innovative Mental Rooms per le cliniche che offrono spazi di cura e rifugio, il design contemporaneo ci invita a ripensare il nostro rapporto con gli ambienti.
Peter Pichler dell’omonimo studio, ci riferisce che a suo avviso la strategia per mettere il benessere al centro di ogni progetto è creare ambienti di rifl essione, rilassamento e rallentamento del tempo.
Ogni spazio, dalla casa alla biblioteca, dall’uffi cio all’hotel, come evidenziano i progetti raccontati in questo numero, può diventare un’oasi di serenità, un luogo dove rigenerarsi e ritrovare se stessi.
Il progetto Living Places Copenhagen dello studio Effekt lo dimostra chiaramente: non si limita a proporre soluzioni tecniche innovative, ma si pone l’obiettivo di migliorare la vita delle persone.
Creando ambienti sani e confortevoli, questi prototipi abitativi contribuiscono a generare comunità più resilienti e a promuovere un nuovo modello di sviluppo urbano, più sostenibile e più equo.


Il benessere non si limita all’aspetto estetico, ma abbraccia un approccio olistico che considera l’essere umano nella sua complessità. La luce e i materiali naturali, gli spazi fluidi e le forme organiche sono solo alcuni degli elementi che contribuiscono a creare ambienti salutari. In un mondo sempre più complesso, il design del benessere ci offre un’ancora di salvezza, un invito
a rallentare, a riflettere e a ritrovare un equilibrio perduto. E a progettare spazi che nutrano l’anima e permettano di vivere una vita più felice, perché “un architetto è colui che organizza lo spazio per vivere in modo tale che l’anima, il corpo e lo spirito dell’uomo possano svilupparsi nel migliore dei modi” [Le Corbusier].


Buona lettura